lunedì 30 marzo 2009

[Ambienti Digitalizzati] la tradizione del nuovo

Harold Rosenherg La s-definizione dell arte Feltrinelli Editore Milano [critico d'arte del "New Yorker", autore dei saggi La tradizione del nuovo (1959)]

Nei circoli artistici accademici e d'avanguardia si è affermata di recente l'opinione, alquanto esagitata, secondo cui tutti i problemi aspettano d'essere risolti grazie al magico tocco dell' arte. Questo entusiasmo per quel che l' artista sarebbe in grado di fare è cosi intenso che la pittura o la scultura pura e semplice vengono considerate indegne dell'attenzione d'ogni umanista serio. Ci sono già abbastanza oggetti, scrive un artista, e non cè bisogno di aggiungerne altri a quelli che già esistono. Preferisco non realizzare degli oggetti, scrive un altro, "Piuttosto, cerco di creare un certo tipo di esperienza che si situi nel mondo. Ed ecco un argomento decisivo avanzato dallo scultore Robert Morris, il quale in un recente articolo giunge alla conclusione che l'oggetto d'arte statico, portatile, da tenere in casa, che è poi un modo un po' materialistico di definire un quadro o una scultura, finisce inevitabilmente con l'assumere un valore decorativo che peraltro sta diventando sempre più privo di interesse." Di contro alla povertà dell'arte, l'artista ha assunto di colpo proporzioni gigantesche, e viene presentato come una persona in possesso di raffinata sensibilità, spiccata immaginazione, con una grande capacità espressiva e una profonda comprensione per le realtà del mondo.

L'artista è insomma diventato, per così dire, troppo grosso per l 'arte. Il suo mezzo più naturale è l'intervento sul mondo: Ecologia - Trasformazione del Paesaggio - Mutamento delle Condzioni di Vita. ..

A una considerazione superficiale si direbbe che questo ingrandimento e auto-ingrandimento della figura dellartista stia a significare una diffusa fiducia nei poteri creativi dell artista doggi. Non c'è cosa che non si possa fare attraverso l'arte, e tutto quel che fa lartista è un'opera darte. Perché The girls of Chelsea è arte? si chiedeva Andy Warhol in un'intervista; ed ecco la sua risposta: Prima di tutto è stata fatta da un artista, e in secondo 1uogo si rivela arte. Al che si può rispondere, a scelta, con un .-"Amen" o un "Ah si?" In efIetti l 'artista che ha lasciato l 'arte dietro di sè o - il che fa lo stesso - considera arte tutto quello che fa, non è che una manifestazione della crisi profonda che ha investito le arti del nostro tempo. La pittura, la scultura, il teatro, la musica, sono state sottoposte a un ,processo di sdefìnizione. La natura dell'arte si è fatta incerta, o, quanto meno, ambigua. Nessuno può dire con certezza che cosa sia o, quel che piu conta, che cosa non sia unopera darte. Dove è presente un oggetto d'arte, come nella pittura, si tratta di ciò che ho definito un oggetto ansioso: non si sa se è un capolavoro o una porcheria. E può anche darsi, come è il caso di un collage di Schwitters, che sia proprio entrambe le cose.

L'incerta natura dell'arte non è peraltro priva di vantaggi. Induce a sperimentare e a porsi continue domande.

Gran parte dell' arte migliore rientra in un dibattito visivo che verte su ciò che è l'arte. Data la natura mutevole della realtà del nostro secolo e la serie ininterrotta di capovolgimenti in cui il mondo è stato trascinato dalla prima guerra mondiale in poi, era inevitabile che i processi creativi perdessero1a loro forma definita e si fosse costretti a improvvisarne di nuovi utilizzando tutto ciò che era a portata di mano.
[...]

Una società che manchi di persone capaci di autosviluppo - e nella quale viceversa gli individui si lascino passivamente guidare dal proprio ambiente - non può certo pretendere di essere definita umana. Ed è la grandezza dell'arte che ci impedisce di dimenticarlo.

fonte http://fc.retecivica.milano.it/Rete%20Civica%20di%20Milano/

I motori di ricerca tra poesura e pittrìa


>> Reggio Emilia, Ex-Caserma Zucchi, viale Allegri - 8 aprile 1995.

La mostra comprende circa duecento pezzi usciti dalla "officina" attraverso cui Costa si è dedicato a ibridare le due grandi famiglie espressive della scrittura verbale e della pittura d'immagini, o più in genere dell'animazione plastica dello spazio (da qui il sottotitolo dell'iniziativa, che riprende e adatta al caso un celebre slogan a suo tempo pronunciato dal dadaista Raoul Hausmann). Non di rado la sperimentazione di Costa abbandona i tradizionali supporti bidimensionali per avvalersi del mondo oggettuale delle macchine, ma piegato a intenti ludici e poetici (i flipper).
Categoria: Spettacolo Tag: corrado costa videorlab
http://www.google.com/search?q="corrado+costa"
[http://orazioconverso.blogspot.com/2009/03/la-semiotica-del-testo-in-google-modo.html]

venerdì 27 marzo 2009

Forse cercavi: TRA PITTURA E POESIA

Corrado Costa. Tra poesura e pittria. Catalogo della mostra (Reggio Emilia, 1995)

Argomento: costa, corrado
Collana: Biblioteca d'arte
Curatore: Renato Barilli
Pagine: 120
ISBN: 8820211246
ISBN-13: 9788820211240
Data pubblicazione: 1995

Prezzo di listino: € 20,66
Prezzo BOL: € 10,33 - Risparmio: € 10,33

Spedito in 3-5 giorni lavorativi
E' il catalogo dell'esposizione (Reggio Emilia, Ex-Caserma Zucchi, viale Allegri - 8 aprile-7 maggio 1995).

giovedì 26 marzo 2009

Tutte le televisioni telematiche

Telematiche e digitali, ma sempre televisioni.

giovedì 19 marzo 2009

LA SEMIOTICA DEL TESTO IN GOOGLE? A MODO SUO…

Quando pensiamo a Google la prima cosa che ci viene in mente è l’homepage del servizio del motore di ricerca. Semplice ed intuitiva, come viene analizzata tramite i sette criteri di testualità di DeBeaugrande e Dressler?

Partendo dalla definizione di testo come un intreccio organico, caratterizzato dal fatto che gli elementi che lo compongono sono strutturati in maniera particolare, possiamo identificare nell’homepage e nei risultati della ricerca effettuata le caratteristiche che ne fanno un testo.

Vi è un messaggio reale e completo, i cui singoli elementi sono organizzati in maniera coerente ed assumono un significato compiuto, rivolto ad uno scopo ben preciso: soddisfare la ricerca, con risultati elaborati tramite il pagerank.

Il testo viene considerato come un sistema, un insieme di elementi che costituiscono una globalità di funzioni, proprio come i diversi servizi di Google interagiscono con la chiave di ricerca selezionata.

Il testo che scaturisce dalla ricerca rappresenta un sistema attualizzato in cui sono state eseguite e realizzate selezioni possibili, da parte del pagerank, per dar forma ad una determinata struttura che contraddistingue la forma ormai a molti familiare dei risultati della ricerca.

Affinché un messaggio diventi un testo occorrono alcuni requisiti fondamentali, requisiti che de Beaugrande e Dressler hanno schematizzato in sette criteri di testualità:

coesione, coerenza, intenzionalità, accettabilità, informatività, situazionalità e intertestualità.

I primi due criteri sono incentrati sul testo, i criteri di intenzionalità ed accettabilità sono orientati verso l’emittente-destinatario, i criteri di informatività e situazionalità servono a collocare il testo nella situazione comunicativa e il criterio di intertestualità garantisce la definizione dei diversi tipi testuali.

Più nello specifico, l’home page dei risultati di Google ha queste caratteristiche in tale misura:

  • La coesione, ovvero l'insieme di meccanismi di cui un testo si serve per assicurare il collegamento tra le sue parti al livello superficiale, e la coerenza, ovvero, al livello più profondo rispetto alla coesione, la continuità di senso che caratterizza un testo, in Google vengono definite e assicurate dal pagerank, ma in quanto tali sono frutto di un procedimento matematico che ha la pecca di non tenere in considerazione (almeno per il momento) un contesto comunicativo, se non quello dei link e della loro importanza nella struttura di archiviazione e catalogazione dei risultati.

Riguardando la struttura semantica e la struttura logica e psicologica dei concetti espressi, un testo produce senso se esiste una continuità di senso all'interno del sapere attivato con le espressioni testuali. In Google, invece, la mancanza di continuità fra i risultati ottenuti da un termine non genera questo “cortocircuito” comunicativo, in quanto tutti sono continui ad un’unica chiave di ricerca, e esaudiranno la voglia dell’utente di ricevere informazioni su quella parola, con il problema però di ottenere anche risultati che non rientrano nella aspettative iniziali ma che il sistema non esclude in quanto validi per quella ricerca ambivalente (per esempio lama, senza distinzione di lettere maiuscole/minuscole, sarà interpretato, oltre che nei diversi termini presenti nel dizionario, anche come l’ex portiere della nazionale francese, Bernand Lama , o come il Dalai Lama, etc).

  • L'intenzionalità, che riguarda l’intenzione di chi produce un testo coeso e coerente, ovvero l'atteggiamento del locutore rispetto al conseguimento di determinati scopi, è un altro concetto che nell’ottica del servizio offerto da Google viene affidato al sistema matematico del pagerank.

Secondo il punto di vista di Austin e Searle, chi parla compie, attraverso l’uso della lingua, una serie di atti di volontà di diverso tipo: vuole convincere, chiedere, invitare, negare e via dicendo, sortendo degli effetti sui sentimenti, sui pensieri e sulle azioni degli ascoltatori, del parlante o di altre persone.

Google porta in sé questa teoria: di fatti il vergo to google, nella lingua inglese, che è anche quella ufficiale della rete, sta a significare cercare informazioni in internet o su una persona (http://dictionary.reference.com/browse/google), il che testimonia come sia ormai travalicato l’suo prettamente di ricerca del servizio, ma sia ormai divenuta un atteggiamento così comune da divenire, per alcuni aspetti, un binomio: dire è fare ricerca.

  • L'accettabilità, che riguarda il ricevente, fa tornare l’analisi sull’importanza della community. In campo semiotico un testo coeso e coerente, prodotto con una certa intenzionalità, deve essere accettato dal ricevente sullo sfondo di un determinato contesto sociale e culturale, e l'accettazione del ricevente prevede sia la tolleranza di determinati disturbi comunicativi, sia la ricerca di una coesione e di una coerenza anche dove queste potrebbero mancare, riferendosi anche alla disponibilità del ricevente di prendere parte alla conversazione.

Nel vasto mondo della rete questa condizione è una delle più critiche. Con la diffusione di blog e spazi internet personali chiunque, in linea teorica, può dare una propria versione della realtà, travalicando la realtà o l’invenzione.

Google conosce bene tali meccanismi, ma sa bene anche che la Net neutrality, ovvero la parità fra tutti gli utenti, è la prossima soglia con cui si ci dovrà confrontare, e che già in America è divenuta tema discussione in ambito giuridico.

Gli utenti che si trovano davanti ai risultati di Google li reputano accettabili in quanto frutto dell’elaborazione del pagerank (e quindi reputati coerenti e coesi nel loro insieme, e anche frutto della propria intenzione di fare una ricerca su quella chiave digiata), e in quanto provenienti da un filtraggio precedente che è quello dei link segnalati dalla comunità e in maggiormente da siti istituzionali considerati maggiormente affidabili. Un’accettabilità del testo, quindi, in cui l’utente stesso si sente parte del processo.

  • Discorso simile al punto precedente può essere effettuato anche per l’informatività, che in campo semiotico si riferisce al grado di prevedibilità o probabilità che determinati elementi o informazioni compaiano nel testo. Così a seconda della chiave di ricerca troverò il significato più comune nei primi posti, per poi trovare altresì, scendendo fra i vari risultati, collegamenti ad altri ambiti legati alla stessa chiave di ricerca.

Il criterio della situazionalità riguarda la rilevanza e l’adeguatezza di un testo all'interno di una determinata situazione comunicativa, ovvero l’insieme delle circostanze, sia linguistiche sia sociali, nelle quali l'atto linguistico viene prodotto. Queste sono:

a) un contesto extralinguistico, vale a dire l’insieme di dati, di eventi concreti al momento della comunicazione;

b) un tempo, vale a dire il momento determinato in cui avviene l’atto linguistico;

c) un luogo specifico;

d) dei ruoli esibiti o attesi dal parlante e dagli ascoltatori;

e) un enciclopedia, ossia un insieme di conoscenze reciproche che il parlante e l’ascoltatore hanno di loro stessi, della realtà esterna e delle eventuali precedenti interazioni comunicative che l’uno presuppone nell’altro e viceversa.

Nel caso di internet, e del motore di ricerca, alcuni di questi criteri vengono disattesi:

- non si ha un tempo specifico in base al quale si ci confronta, ma invece si ci riferisce al tempo in base alla necessità che l’informazione che ci serva sia datata o meno(esempio: se cercherò una ricetta di calamari non terrò grande conto se sia vecchia di qualche anno o segua le ultime moda in fatto di cucina. Altresì terrò conto del periodo di validità e di emissione di una legge che sto cercando);

- stesso discorso vale per lo spazio fisico;

- i ruoli dell’emittente e del destinatario sono facilmente scambiabili, così che un utente in cerca di informazioni si trovi lui stesso a darne.

Diventa necessario infatti, considerare il contesto, e su questa pista molto stanno lavorando le varie aziende del settore, Google stessa in testa.

Già nel campo della semiotica del testo tradizionale si denota come al momento dell'interazione verbale il parlante e l'ascoltatore dispongono di un insieme di informazioni che derivano loro sia da fonti percettive che da fonti mnemoniche.

Questo insieme di informazioni non può propriamente considerarsi il contesto, ma rappresenta piuttosto lo sfondo cognitivo sul quale è proiettato il discorso, e dal quale ritaglia un sottoinsieme rilevante alla sua comprensione, non solo sul piano dei significati letterali, ma anche e soprattutto sul piano dei suoi significati non convenzionali (cosa che avviene di continuo nell’ambito della ricerca e dei suoi risultati, e per la quale si sta cercando di affinare i metodi per giungere ad un web semantico e personalizzato).

Questo sottoinsieme costituisce il contesto, ossia quella parte di informazioni necessarie all’emittente e al destinatario per organizzare ed interpretare la sequenza d’informazioni necessarie per lo scopo prefissato. Ne consegue che questa sia però suscettibile di cambiamenti e che solo il contesto può indicare con certezza lo scopo, l’intenzione con cui viene emessa, dipendendo da elementi extra-linguistici di tipo mentale, cognitivo, psicologico, percettivo.

Questa sarà un’altra sfida con cui si rapporterà Google, e la rete in genere: capire il contesto e le intenzioni dell’utente per servirlo al meglio con i propri servizi.

  • L’intertestualità, infine, è sicuramente il carattere che meglio si rapporta a Google.

Tale caratteristica mette in rapporto il testo con altri con cui esistono connessioni significative, che nella rete sono rappresentati dai link, sia testuali che d’immagini.
Questo criterio designa le interdipendenze tra il testo e le conoscenze che i partecipanti alla comunicazione hanno di altri testi a questo collegati, permettendo anche di riconoscere il testo come appartenente ad un determinato tipo (come ad esempio un’intervista, articolo scientifico, pubblicità, etc).

Questo ultimo carattere viene anche messo in evidenza dalle diverse tipologie di fonti che appaiono nella lista dei risultati, o dalla possibilità di consultare solo le fonti giornalistiche, tramite il servizio News, o i blog, sempre più in ascesa, e a cui Google ha dedicato una sezione apposita con la quale restringere le ricerche a questa nuova tipologia d’informazione.

Alla fine dell’analisi bisogna anche ricordare come accanto ai criteri costitutivi vi sono tre principi regolativi che controllano la comunicazione testuale:

  1. il principio di efficienza, che dipende dal grado di impegno che un testo richiede ai partecipanti per il suo uso;

  2. il principio dell'efficacia, relativo alla capacità del testo di creare una certa impressione, quindi favorire il raggiungimento di un fine;

  3. il principio dell’ appropriatezza che è dato dal rapporto tra il contenuto espresso e i modi in cui sono soddisfatte le condizioni di testualità.


Google rispetta tutti e tre i punti:

  1. il principio dell’efficienza, con la sua interfaccia intuitiva è ormai famoso in tutto il mondo per il facile uso dei suoi servizi;

  2. il principio dell’efficacia, che viene rispecchiato nella soddisfazione degli intenti dei navigatori;

  3. il principio dell’appropriatezza, sintesi delle precedenti considerazioni.

(GigaFly)


mercoledì 18 marzo 2009

[Ambienti Digitali] Serie numerabile di processi

http://orazioconverso.blogspot.com/2009/03/divulgaris.html

Go off the record
  1. question: perchè??.. si può anche andare on-the-record?!?
  2. issues: qualcuno ascolta e registra i nostri discorsi, dove li ascolta, quando li ascolta, dove li mette;
  3. topics: archivi dinamici. emittenti telematiche;

Block enrica@side.world
  1. question: e perchè non Denise?
  2. issues: se vengono bloccate - l'una o l'altra OR; l'una e l'altra AND - che fine fa il dramatis personae?
  3. topics: a cira si squaglia ma a prucissiuni 'un camina! cosa determina l'efficacia della comunicazione

GroupChat
: chi mi chiama? MI registrano? chi cummanna?
Pop-out and Rock-out
Start voice chat: questa poi..!
[Learn more..]

[Ambienti Digitati] Le scatole cinesi Normal

http://orazioconverso.blogspot.com/2009/03/ambienti-digitati-le-scatole-cinesi_18.html

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[Ambienti Digitati] Le scatole cinesi Large

http://orazioconverso.blogspot.com/2009/03/ambienti-digitati-le-scatole-cinesi.html

IL CORSO CHE FA IL CORSO
a) i fuoriclasse, pratica ed analisi in contesti linguistici evoluti di modelli di learning
(Introduzione all'emittenza telematica e al trasferimento tecnologico per le redazioni digitali)
b) gli studenti in classe
(la lezione vista dagli studenti, gli "appunti" confrontati condivisi scambiati [strategie di lavoro culturale])

[Ambienti Digitati] Le scatole cinesi - Largest

http://orazioconverso.blogspot.com/2009/03/ambienti-digitalizzati-i-fuori-classe.html

Come riportare in classe chi ne è fuori, ovvero Sorvegliare e punire, ricondurre a ragione, domare la belva ch'è in noi. Istituzioni e spirito d'avventura. La scuola come vasca di decantazione.
Il video-guida di Giuliani va zappato, tac tac .. tic tic, (min' sec") c'è il rapporto con l'Istituzione letteraria (min' sec") che non è subita ma scossa vigorosamente (min' sec") con spirito d'avventura ripetutamente (min' sec"); a metà del secolo scorso la lezione delle avanguardie artistiche storiche (min' sec"), e la rimessa in discussione dei fondamenti delle scienze, sembrano smarrite... qualcuno riprende in mano con vigore (ndr. La tradizione del nuovo) e la piega a nuove avventure (min' sec"), personali e quindi collettive, la neo-avanguardia. Riflette su un grande fenomeno emergente: l'attenzione al processo artistico.. (min' sec").

Il programma non è unico, dunque, ma solo il fuoriclasse rientra portando lo scompiglio di un "ordine nuovo", sempre che non soccomba intanto.

question:
può il video (testo lineare) da solo, oppure il forum di discussione (ipertesto), contenere un discorso?

issues:
per es. la scuola, come istituzione del sapere che omogeneizza raziocinando e non solo come vasca di decantazione ed emersione in successione geometrica della varietà singolare di "ogni" studente?
i mezzi per contenere la complessità non devono forse prevedere l'esplorazione del contenzioso (espressioni individuali, voci umane, lingue vive e vivaci) prima di pensare a ricondurre a ragione comune (yttesto scritto) i riottosi?

topics:
le istituzioni e l'avventura, la forma-scuola nella moderna democrazia individuale;
il programma di lavoro si forma soltanto nella community e non è mai uno solo: è un processo non un prodotto unico e neanche la varietà dei prodotti che vi si generano;

martedì 17 marzo 2009

[Ambienti Digitalizzati] i fuori-classe

[se insegni] ti servono i fuoriclasse, quelli che vanno di continuo al bagno ma non perchè hanno la cistite o altro, quelli che se la fanno col bidello e con gli altri vagabondi dei corridoi istituzionali; il gruppo dei fuori-classe serve per prepararsi ad affrontare la plebe ("Mario era ormai vecchio, ma nonostante ciò, aveva ancora l'ambizione di essere lui, e non Silla, a guidare.." ), funziona da quinte del palcoscenico della cattedra.
spesso i fuoriclasse sono eccezionali, a modo loro, puoi pescarci quel che manca al colto e all'inclita, al neofita e all'esperto del campo. puoi ritrovarci lo spitito della Scholae Σχολαί, recuperando il gusto del passaggio, dell'avventura.
questo lo devo ad Alfredo Giuliani che aveva trovato i Novissimi sulla linea de La Tradizione del Nuovo a metà del secolo scorso lo spirito delle avanguardie storiche, e da lui ce lo facciamo raccontare, vedi Rosemberg a 7' del video..


ambienti-digitalizzati-la-tradizione-del-nuovo

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lunedì 16 marzo 2009

[Ambient Digitali] Divulgaris



QUADERNI DI FACCE (programmi scolastici)
il mio programma ha la vivezza degli interllocutori naturali, gli studenti.
se ilaria non rende a tutti noi le sue riflessioni sul "gioco" in facebook, io devo lasciar stare l'argomento, cassarlo - troppo banale in sè stesso per destare l'attenzione di alcuno - perchè non ho intenzione di occuparmi di MASSIMI SISTEMI, magari con strumenti critici.
ho parlato a lungo con ilaria in talk proprio in facebook ed ho visto quello sciocco salottone "neutro" da un altro punto di vista, il suo, che probabilmente è anche quello più attendibile scientificamente (possiamo verificarlo).
ilenia parlava dei giochi, le attività, i cazzeggi che occupano i salottieri, ma senza il mio astio ed il mio dispetto: si guardava giocare, interloquire, "pazzià" e le sue osservazioni erano strutturali, anzi le cose che osservava avevano una struttura, emergeva in qualche modo la questione dei giochi dei ruoli..delle facce.
un luogo come facebook, dichiaratamente sfacciato, neutro, perbenistico e castrato (aut.cit. pagliarani elio), può così essere un bar cordiale del sud, un posto d'incontri, meridionale, giovane.
soprattutto giovane, cultura dell'agonismo, del confronto impersonale, del fare per dire e non dire, dell' "andare è la vita / gli occhi al nulla / sorridono /domandano" (aut.cit. Antonio Barbieri). facebbook qui è la sala posteriore, quella del biliardo, per esempio (5 Birilli, Goriziana, Boccette, Carambola, 3 Palle, e 9 Palle).
per fare scuola oportet uscire da scuola spesso ed instradarsi.

The trumpet shall sound ..... and we shall be chang'd

(Francesca Cerocchi, IL "MESSIA" DI G. F. HAENDEL) il libretto del Messia opera di cui l'autore -Jennens- andava molto orgoglioso: le tre parti di cui si compone sono piuttosto separate l'una dall'altra per quanto riguarda i contenuti. Nella prima parte l'attesa e l'annuncio dei profeti culminano con la nascita dal Salvatore ("A child is born") e con glorificazioni e tripudi varii. La seconda parte, anche detta "Piccola passione, funge quasi da antitesi: in essa si passa da sentimenti mesti a toni di dolore lacerante (("Thy rebuke hat broken His hearth; He is full of Heaviness") fino all'apoteosi della Resurrezione (v. senso di potenza e di vittoria che trasmette l' "Alleluja"). Nella terza parte sono esposti gli effetti della vittoria di Cristo sulla morte (sintetizzabili nelle parole di Paolo "The trumpet shall sound ..... and we shall be chang'd"); il culmine è l' Amen con la sua ricca polifonia delle quattro voci del coro e della strumentazione orchestrale.

Questi tre blocchi, questi tre pezzi di storia non rimangono però staccati uno dall'altro proprio grazie alla musica di Handel che agisce da elemento unificante e -come sostengono alcuni- fa da veicolo della parola.

Il senso generale, filosofico dell'opera va rintracciato nell'esposizione di una religione saggia, ottimistica, larga, comprensiva; e la musica a ciò contribuisce potentemente e con efficacia. Musica che non è più considerata oggi la più alta che Haendel abbia scritto, ma forse la più universalmente accessibile.

  1. http://reloadedlear.blogspot.com/2009/03/1-il-coro-del-cima-di-sergio-seminovic.html
  2. http://reloadedlear.blogspot.com/2009/03/2-il-coro-di-sergio-seminovic-sabine.html
  3. http://reloadedlear.blogspot.com/2009/03/3-il-coro-di-sabine-milke-cassola.html

La Valljia

Civita (Cs) La "Valljia". Si svolge ogni anno tra il lunedi' e il martedi' dopo Pasqua e puo' essere considerato l'equivalente albanese del festival grecanico di Bova. Si tratta del grande raduno annuale di tutte le comunita' arberesh del Sud Italia, provenienti oltre che dalla Calabria anche da Puglia, Basilicata, Abbruzzo e Sicilia. Una vera invasione pacifica di migliaia di persone ("nipoti" dell'eroe nazionale albanes Skanderberg) che si ritrovano puntualmente da cinque secoli per ballare le vallije, cioe' le danze nazionali arberesh che sono il simbolo dell'unita' di tutte le comunita' albanesi in Italia. La Vallija e' un evento di autentico folclore, da non perdere per ammirare le complesse coreografie, che vengono ballate da uomini e donne i cerchi concentrici che si avvicinano e si allontanano.

domenica 15 marzo 2009

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

[1987]

porto capelli biondi lunghi gialli come oro
e gambe forti e lontane che camminano spedite
porto profondi occhi neri grandi come pece
e fianchi rotondi e lisci da passarci sopra

so di chiamarmi Rosa
ma che nome fiorito

e quando corro sulla pista
si fermano a guardarmi:
la bella Rosa che batte i tachi forte
ma bella rosa lei e' un tipo interessante
ma internamente pieno

di paura di che natura lo sappiamo bene.

Eppure guarda come sono bella
con due gocce di sale sulle guance
con due gocce di sangue sulle gambe

e faccio fiori di carta colorati
piu' grandi di pianeti
e di stelle comete

e penso certe poesie se ci sono
florescenze di glicini turchini
finestre strette e fiori di basilico
sedie di paglia e cuscini profumati
che bello sedersi un minuto:

dico no dico si
ma non e' solo per paura
di che natura lo sappiamo bene.

"Prima vi canto e poi vi cuntu"

"Prima vi canto e poi vi cuntu" due laboratori nel Potame Busento. Laboratori
di Canto e di poesia.

I luoghi deputati per queste due prime manifestazioni di Convideo sono stati
Paterno Calabro e Dipignano
I tempi: 10/19 settembre 1992.

Prima vi canto...Diario di un Laboratorio di Canto
Paterno Calabro. Convento S. Francesco. Chiostro dei Minimi.

Sabato 12 settembre 1992. Mattina.
Gruppo comprendente bambini, Scouts e altri:
1. Esercizio collettivo basato sul ritmo: i ragazzi suddivisi in gruppi can-
tano parole (Po, Napoli, Bari, Domodossola, .....) simulando l'andamento rit-
mico di una canzone. Poi si cerca un solista che improvvisi, nel "break", sul
coro cosi' organizzato.
2. Audizioni e lezioni individuali
(vedi schede).
3. Studio della canzone "I've got you under my skin": risposta difficoltosa
per via della lingua inglese e per l'evidente complessita' della canzone.
4. I ragazzi scouts, la troupe, il Maestro, e altri partecipanti sono alla
Riforma di Dipignano a colazione dalle Pie donne.

Dipignano. Sede della vecchia Casa Municipale. Sala del Camino.
Sabato 12 settembre 1992. Pomeriggio.
1. Studio di "Maramao, perche' sei morto" e concentrazione sull'aspetto ritmi-
co della musica con vari esempi.
2. Il Maestro con la troupe a Domanico per lo spettacolo "Saranno Famosi" per
seguire l'esibizione di alcuni dei partecipanti al laboratorio.
3. Documentazione televisiva e campionamenti per le fasi successive del labo-
ratorio.


Dipignano. Sala del Camino.
Domenica 13 settembre 1992. Mattina.
1. Audizioni e lezioni individuali
(vedi schede).
2. Varieta' di canzoni per osservare i diversi aspetti dell'espressione musi-
cale.

Dipignano. Caveau della sede del G.A.L. Potame Busento.
Domenica 13 settembre 1992. Pomeriggio.
1. Studio del materiale video registrato a Domanico ed elaborazione delle ca-
ratteristiche musicali di alcuni dei partecipanti al laboratorio.
2. Tentativi di analisi delle voci al computer.


Paterno Calabro. Convento S. Francesco. Chiostro dei Minimi.
Lunedi 14 settembre 1992. Mattina.
1. Audizioni e schede individuali.
2. Studio collettivo della canzone "Vecchia America"
3. Esecuzione individuale di detta canzone
4. Ulteriori schede individuali

Dipignano. "Caveau" della sede del G.A.L. Potame Busento.
Lunedi 14 settembre 1992. Pomeriggio.
1. Studio del materiale video registrato per analizzare le caratteristiche mu-
sicali dei partecipanti al coro.


Paterno Calabro. Convento S. Francesco. Chiostro dei Minimi.
Martedi 15 settembre 1992. Pomeriggio.
1. Schede individuali.
2. Tecnica vocale. Consegnato agli allievi un capitolo del Metodo di Canto,
cosi' intitolato, ed esaminato collettivamente.
3. Studio della canzone "Precipitevolissimevolmente".
4. Esecuzione individuale della canzone.
5. Ripresa di "Vecchia America" collettivamente.


Dipignano. Biblioteca nella vecchia Casa Municipale.
Mercoledi 16 settembre 1992.
Con il maestro per la preparazione di interventi in vista della serata conclu-
siva di sabato 19.



Poi vi cuntu... Laboratorio di Poesia diretto da Elio Pagliarani.
Mercoledi 16 settembre 1992. Ore 17.00:
1. Iscrizioni dei partecipanti
2. Proiezione di Videor nella Sala del Camino
Ore 18.00 - 20.00
Laboratorio: una poesia in dialetto
caratterizza e da' impronta alla prima fase del laboratorio; nasce, poi, spon-
tanea l'esigenza di analizzare il testo e di tradurlo.


Giovedi 17 settembre 1992. Sala del Camino.
Ore 17.00: Videopoesia (con proiezioni)


Venerdi 18 settembre 1992.
- Ore 17.00: Incontro con Videor durante il quale si e' proceduto ad una serie
di campionamenti di "brani" di Videor (cfr. campionamento dello Stukas? di
Adriano Spatola)
- Ore 18.30: Prove di lettura pubblica e scelta di poesie
- Ore 20.00: Elio Pagliarani legge due poesie (ad hoc)


Sabato 19 settembre 1992. Piazza XXV Aprile allestita per l'occasione...
PRIMA VI CANTO E POI VI CUNTU
Serata Finale
- Ore 18.00: Proiezione su grande schermo di alcune fasi dei laboratori e di
videoinchieste della Massacra Television.
- Ore 21.00: Presentazione del programmma della serata: apre il maestro Nino
De Rose alla tastiera con una canzone in dialetto.
- Elio Pagliarani invita alla lettura Domenico Greco, Rosina Giglio, Maria
Carla Maiolo.
- Musica con il maestro Nino De Rose.
- Teatro con il Mass-sacra Show (prima parte).
- Ore 22.00: Nino De Rose introduce in musica la seconda parte della serata.
- Elio Pagliarani invita Francesco Araniti alla lettura della poesia in dia-
letto..... e di tre traduzioni della stessa, elaborate durante il corso del
laboratorio di canto.
- Seguono letture di Francesco Araniti, Matilde Tortora, David Borenszstajn,
Giuseppe Gallo, Rosa Sicilia.
- Esibizione vocal-musicale, su basi midi, di tre ragazzi del laboratorio di
canto.
- Teatro di Giorgio Massacra (seconda parte).
- Proiezione su grande schermo di materiale video in chiusura.

venerdì 13 marzo 2009

On youtube

Quaderni di facce

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Quando gli utenti navigano nei siti web della rete AdSense, tra cui YouTube, Google applica un cookie pubblicitario nel loro browser per riconoscere i tipi di pagine che visitano. Queste informazioni vengono utilizzate per pubblicare gli annunci in base alle categorie di interessi degli utenti. Ad esempio, se un utente naviga all'interno di numerosi siti web correlati allo sport che pubblicano annunci AdSense, oppure guarda video sullo sport su YouTube, Google può associare la categoria di interessi "sport" al suo cookie e mostrare all'utente un numero maggiore di annunci correlati allo sport. Gli utenti possono anche modificare il proprio elenco di categorie in Gestione preferenze annunci.

I dati sugli utenti raccolti dai siti AdSense vengono utilizzati in conformità alle Norme sulla privacy di Google. Non vengono utilizzati per identificare personalmente gli utenti, così come non vengono pubblicati annunci basati su dati personali. Inoltre, non vengono pubblicati annunci basati su dati o categorie di interessi sensibili, ad esempio quelle basate su criteri di razza, religione, orientamento sessuale, condizioni di salute o informazioni finanziarie sensibili, senza il consenso dell'utente.
e infine.......https://www.google.com/adsense/support/bin/answer.py?answer=100557&hl=it

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giovedì 12 marzo 2009

[quaderno di facce] margi6.1 La marca del territorio e il non senso del luogo [clip05]

Massimo Celani concept

Unione Europea partnership

[quaderni di facce] margi6.1 La marca del territorio e il non senso del luogo [clip04]


Quale parola

[quaderni di facce] margi6.1 La marca del territorio e il non senso del luogo [clip03]


La sorpresa il gioco il territorio Una guida di meno

[quaderni di facce] Cerca Carica video margi6.1 La marca del territorio e il non senso del luogo [clip02]


Unione Europea partnership

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Unione Europea partnership

[quaderni di facce] margi6.1 La marca del territorio e il non senso del luogo [clip01]

martedì 10 marzo 2009

Il Teatro di MondoAiLati - drammaturgia degli utenti

glya_85 Registrato dal:17-11-2004 Da:Erbolandia Messaggi : 829 OFF-Line
Inserito 27-07-2005 alle ore 22:19
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Dipende da quello che intendi per recitare. Gli utenti di mal non sono inventati - o almeno non mi sembrano inventati - di sana pianta. In un modo o nell'altro rispecchiano dei lati delle persone che li hanno creati. O magari delle aspirazioni. Mi tiro in ballo io. Glya e Giulia hanno molti punti in comune. Ma l'utente glya è diverso dalla persona giulia. Innanzitutto glya è più sicura, o almeno così mi pare. Principalmente perché scrivere è il modo attraverso cui riesco ad aprirmi di più. A volte è capitato che qualcuno interpretasse la sicurezza (apparente) con cui mi pronunciavo in certi forum come una sicurezza che non accettasse contestazioni. Ma non è così, basta fare un confronto tra i primi post e gli ultimi, molte delle mie idee sono radicalmente cambiate, tant'è che mi è capitato di pescare un post in cui dicessi delle cose e un altro successivo in cui sostenevo l'esatto contrario. Giulia come persona è ancora più insicura. Perché tendo ad ascoltare gli altri, e quando vorrei dire qualcosa e vengo interrotta non insisto più di tanto e ascolto quel che mi viene detto. Avresti dovuto vedermi quando mi è capitato di litigare con i miei vecchi compagni. Mi avvicinavo pericolosamente al collasso anche fisico, cominciavo a tremare e alla fine potevo avere tutte le ragioni di questo mondo ma mi mancava la forza di farmi sentire. Ragion per cui tendo sempre ad evitare le liti. Sono inutili, uno scannamento reciproco e basta, e nel mio caso sono addirittura nocive!
Insomma, a me sembra che più che una finzione, i personaggi di mal siano una proiezione di alcune caratteristiche personali. Che si tratti di una durezza o di uno spirito dissacratore che normalmente celiamo, che si tratti di una sincerità particolarmente accentuata, non importa, il succo è quello. Non credo siano molte le vere finzioni presenti qui. Finzioni in senso letterale, chiaro.
Almeno, io parlo a nome mio, poi è ovvio che ognuno vive mal a modo proprio...

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Ah!LaRompicoglionomachia! Lunga,LungaE'LaStradaEIlDelirioE'AncoraAll'Alba! IPrincipiSonoRospiTravestitiDaPrincipi! IRospiSonoPrincipiTravestitiDaRospi! ITravestitiSonoTravestitiEBasta! EFuCosìCheFinimmoPerDiventareTuttiDelleMASCHERE!

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