giovedì 2 aprile 2009

Demenziale e casuale

Sentite...avevo in mente di dirvi due cose; ve le dico qui.
Perchè il demenziale, cifra dell'assurdo, è garante di un buon lavoro che duri nel tempo e continui a produrre senso?
Questa è una buona domanda.
Un'altra, perchè la casualità è più importante della causalità nel Discorso Scientifico?
Perchè esprimersi è una peste dei diari minimi e massimi del sistema - perchè non si accede mai ad un regale esprimere che porti a ridosso della Forma senza mai realizzarla definitivamente e ponga la questione finale nel modo più chiaro e accessibile?

Proviamo a rispondere.

Mi fanno Docente all'Unical visto che mi sfatico su Mondoailati [*] da tempo e quindi la cosa ha una sua logica; esibisco, poi, su invito cortese del Presidente [videorlab] videor.com che a metà degli anni 90 del secolo andato esibiva una struttura dinamica (script perl che generava l'html e l'shtml) con una chatconference che faceva degli utenti l'unica sostanza del luogo. Tiro fuori la teoria di Convideo (condivisione degli schermi da media diversi) e la tarda [videorlab] LooseTv che celebrava i fasti nel 95/96 del Matrimonio tra Internet e la Televisione. Etc. E' un Manuale dell'Editor che pubblico in rete ed una praticadi community che va avanti per cinque anni ad Arcavacata a "Comunicazione" . Tutto finito, amen.

Non c'è altro da dire, in fondo, sulla didattica istituzionale, dato che "demenziale e casuale" - invece di essere il passaporto per il movimento - finiscono con l'essere soltanto un belletto e una scusa ("con questa strana scusa perdona a Claudel / e a lui di aver scritto bene") per l'idealista.
[*] Mondoailati non è virtuale nè virtuoso. Luogo concreto è situato sul Ponte Gregotti ad Arcavacata circa all'altezza del cubo 18c e s'irradia regolarmente per via telematica e sui piedi dei suoi frequentatori per tutta la regione limitrofa, le Calabrie. Il suo esserci è proprio in questo concretizzarsi e riconoscersi nella realtà che sottende. La sua marca è petrosa e compromessa con il quotidiano.
E' sicuramente una dimensione nascosta (**) dello spazio vitale che gli studenti animano durante il giorno, deperibile, e da ciò trae forza e sostanza nella dimensione telematica.
"Ogni essere umano tende a mantenere intorno a sè uno spazio personale, mantenendo una distanza pari a circa 4 piedi..", sostiene un metronomico Hall, che nel calpestìo scolastico si riducono pericolosamente tra soste e flussi che seguono disordinati, con attrazioni e ripulse uguali e contrarie, convergenti o confluenti, gassose.
(**) [The hidden dimension] La dimensione nascosta / Edward T. Hall. Introduzione di Umberto Eco, Milano. Bompiani, 1968

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