giovedì 13 agosto 2009

Lo scrittore e il suo maestro

(..) una forte spinta didattica, cioè morale. E quindi nel ruolo di insegnante si trovava perfettamente a suo agio. Ha combattuto affinché noi scolari non ci vergognassimo della cultura dialettale e minoritaria dei nostri genitori. Proprio in quegli anni andava componendo la sua raccolta di poesie e canti popolari. Noi avevamo avuto il compito di fare ricerche in casa. Dovevamo farci dettare dal papà e dalla mamma le canzoni, i detti, le filastrocche, le ninne nanne dei loro paesi d'origine. La difficoltà era di trascrivere quei suoni assurdi. Lo facevamo con lui, in classe.

Ricordo che un mio vicino di banco, non avendo trovato niente in casa, si presentò in classe con la famosa strofetta Sopra un sasso c'era scritto: c'era scritto sopra un sasso.

Quando buttavamo giù i temi in lingua ci segnava in rosso le sgrammaticature (di cui sempre ci spiegava l'origine dialettale) e in blu tutti i luoghi comuni che stavamo imparando parassitariamente dal conformismo della vita di tutti i giorni.

Insomma il professore voleva che acquisissimo una coscienza linguistica, per essere in grado di raccontare anche ciò che non si vede a occhio nudo. I linguaggi della parola, scritta e parlata, infatti, più che strumenti espressivi sono grimaldelli che servono a penetrare le verità nascoste.

Ogni settimana ognuno di noi scolari doveva pronunciare la parola che di più lo aveva impressionato, qualsiasi ne fosse la ragione e anche se non ne conoscevamo il significato. Me ne ricordo solo una, l'ho stampata nella testa fin da allora: onomatopea. Chi sa perché m'aveva tanto colpito.

Questo esercizio ci costringeva a fare attenzione al significato e alla proprietà dei termini usati. L'ultima ora della mattinata il professore ci leggeva o ci faceva leggere racconti e poesie. Imparavamo a memoria brani della Divina Commedia, versi di Petrarca e poi i giovani Penna, Caproni, Bertolucci, Ungaretti.Ci spiegava cos'era il "Dolce stil novo", ci diceva che per quanto Dante fosse un genio non andava ancora in bicicletta e, contemporaneamente, ci faceva sentire come suonava la lingua italiana nella voce dei grandi poeti contemporanei. (..)

0 Comments:

search